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NIDO NUDO


"In questi giorni di fine settembre la costa del New England è battuta da raffiche di vento molto forti. Sulla Highway 3 ci sono stati due tamponamenti a causa di una tempesta di sabbia e anche la navigazione verso le isole di Nantucket e Matha's Vineyard è stata sospesa..."
 
Il racconto di Piera Principe Nido Nudo è disponibile in formato PDF a questo link:
 
NIDO NUDO di Piera Principe
 
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GOD SAVE MY SHOES


Penso che la danza e la scrittura abbiano molto in comune. Entrambe partono da uno spazio vuoto e da una forte spinta iniziale; da un carattere e da uno stile. Il mio scrivere è un gesto necessario che ha radici in comune con la danza che pratico da quasi quarant'anni. I racconti brevi e brevissimi (anche di una sola pagina) hanno il valore che ha la pausa in musica o sulla scena. Mai mancanza, mai grumo, la mia pausa si ferma solo per cambiare il passo, come un maratoneta dopo la sosta al punto di ristoro. Nella danza come nella scrittura mi fermo spesso per cercare il silenzio necessario a rinnovare il gesto. La pagina bianca non è poi così diversa dal palcoscenico vuoto visto dalle quinte. La materia di queste "pagine sceniche" è solo a tratti autobiografica. Le pagine escono dall'elaborazione di un fatto veramente accaduto o solo immaginato, da un ricordo, da un sogno; il tutto tagliato e imbastito lì per lì sulla pagina che sto scrivendo. Lo stesso percorso che compio quando sono in scena. La danza è la mia calligrafia, un personalissimo gesto sulla pagina della scena. I miei racconti sono l'inchiostro.
 
CTL Editore Livorno

 
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LA ZATTERA DI NESSUNO

Diario di una danzatrice tra abilità e disabilità


L'idea che nei primi anni di studio della danza mi ero fatta di come volevo che andassero le cose, mi rese più difficile accettarne di colpo l'arresto.
La professione, le relazioni,i progetti, la mia stessa vita furono messi in serio pericolo dallo scontro in auto con un viaggiatore che procedeva in senso opposto.
Negli anni solitari post-incidente imparai a rispettare il mio corpo. I suoi tempi e i suoi silenzi divennero opportunità straordinarie per cercare le fonti reali del movimento. Il mio gesto paziente ritrovò Armonia e tornammo a danzare con tutta l'abilità della mia disabilità.
Il mio corpo ed io da allora siamo complici.
Questo percorso è stato il punto di partenza per avventurarmi con altri corpi complici nel viaggio de "La zattera di Nessuno".
 
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I LABORATORI DEL CORPO

a cura di Ivano Gamelli


Partire dall'imperfezione e dal limite è un po' come ritrovarsi a osservare la realtà capovolgendo il cannocchiale, per scoprirsi attenti alle percezioni permeati da finitudine del nostro corpo in vita.
Un punto di osservazione indubbiamente diverso che, confesso, ebbi l'occasione di frequentare solo quando, nel 1985, la mia avviata e gratificante attività di danzatrice subì un brusco arresto a causa di un gravissimo incidente stradale. Un black-out in cui la mia ricerca corporea e artistica fu messa a dura prova dal silenzio del mio corpo immobile: una "sala d'attesa" dove mi trovai ad aspettare il mio primo, nuovo movimento, che già sapevo imperfetto. Nei primi drammatici mesi che seguirono l'incidente stradale, mi convinsi che alle diciotto parti fratturate della mia struttura ossea avrebbero potuto fornire informazioni e cura le parti rimaste intatte, dando forma a un nuovo, diverso equilibrio. Quel viaggio di risalita doloroso e solitario iniziò dentro il corpo e la sua memoria, nella "memoria poetica del corpo" come chiamai, una volta lasciate le stampelle, la partitura gestuale (l'insieme degli esercizi) che mi vidi costretta a inventare per non lasciare il mio recupero unicamente in mano ad altri; [...]
 
Edizioni libreria Cortina - Milano